sabato 31 maggio 2014

THE ULTIMATE GUIDE TO READING #3


Ciao a tutti, nargilli! Rieccomi con una nuova, tutta per voi, puntata della nostra rubrica The Ultimate Guide to Reading, in cui andremo ad analizzare uno per uno i luoghi comuni sui lettori che trovate qui, ovvero una lista su Goodreads intitolata These Stereotypes About Book Lovers Are Absolutely True, And That's A Good Thing. In totale ci sono 31 stereotipi che man mano, cinque alla volta, analizzerò per vedere se mi rispecchiano davvero o no. Viene dunque un totale di sei appuntamenti settimanali, che usciranno regolarmente il sabato (o almeno questo è il mio proposito, poi si vedrà). Ripartiamo con il dodicesimo punto, ma se siete interessati alle puntate precedenti visitate la nostra pagina Rubriche.
 
12. ... anche se una parte di te potrebbe essere interessata a come gli scrittori sono diventati celebri solo perché in cuor tuo sai che ti manca solo una pagina per iniziare il Grande Romanzo Americano. [N.d.T. Non l'ho capita]
 
Se ho ben capito, questo stereotipo si riferisce più che ai lettori agli scrittori in erba, a tutti coloro che non si accontentano più di assistere al successo altrui e vorrebbero condividere i loro scritti col mondo intero. Eh sì, questo desiderio colpisce anche me, che da un annetto mi ritaglio qualche spazio libero per scrivere l'abbozzo di una storia, ma nulla di serio. Ovviamente faccio tutto ciò principalmente per me, non mi considero neanche largamente paragonabile ad una scrittrice professionista, ma scrivere mi fa stare bene, mi permette di sfogare tutte quelle emozioni ed idee che altrimenti non saprei dove convogliare. Quindi spero di aver bene interpretato la domanda, perché altrimenti non avrebbe molto senso... non ho idea di cosa sia il Grande Romanzo Americano, ma di certo le biografie degli autori sono di grande ispirazione e motivazione.
 
13. I cattivi adattamenti cinematografici hanno il potere di rovinarti l'intera estate
 
Ma anche un intero anno, oserei dire. I film tratti dai libri, a mio parere, devono essere il più possibile fedeli all'originale, altrimenti pur di fare delle schifezze è meglio lasciare la magia intrappolata soltanto tra le parole e non trasporla su pellicola. Alcune volte gli adattamenti cinematografici fanno disinnamorare di una saga *qualsiasi riferimento a Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo è puramente casuale* in quanto i personaggi vengono cambiati o aggiunti, le trame stravolte, il messaggio finale trascurato. Ma allora mi chiedo, a cosa serve diffondere con lo stesso nome del libro un film che non gli si avvicina minimamente? Ultimamente ci sono stati comunque dei buoni esempi, come Catching Fire e Divergent, di quanto la potenza delle parole possa essere portata al cinema, senza significativi cambiamenti. Qundi, appello a tutti gli sceneggiatori: se un libro ha una buona trama, lasciatela tale!
 
14. Trovare un errore di stampa in un libro per te è l'equivalente di un gessetto che stride sopra la lavagna.
 
Probabilmente mentre scrivo questo post gli errori di stompa si staranno moltiplicando per vendetta, ma odio quando questo succede: trovare degli errori che sono passati inosservati sotto il naso di scrittori, case editrici e correttori di bozze è particolarmente fastidioso, a maggior ragione se sono ripetuti e frequenti. C'è poco da discutere in merito, mi dispiace, ma ci vuole un attento controllo per ogni libro che viene dato alla stampa, a maggior ragione se si tratta di una traduzione.
 
15. Al diavolo i biscotti appena sfornati; il tuo profumo preferito è un vecchio libro polveroso.
 
Il profumo dei libri (*-*) è una degli aspetti più belli di essere un lettore, che si tratti di una copia di cento anni fa o stampata l'altro ieri, sono entrambe meravigliose. Annusare le pagine è una delle prime cose che faccio quando mi capita tra le mani un libro e potrà sembrare strano a chi non legge ma sono sicura che voi, nargilli, mi capirete. Quanto non è bello affondare il naso nella carta e capire in quel momento da dove proviene il tanto agognato volume che stringete tra le mani? Comunque non disdegno nemmeno i biscotti u_u
 
16. Hai un'opinione molto radicata riguardo all'argomento e-reader vs libro di carta...
 
Qui ci sarebbe da occupare un'intera pergamena, altro che rotoli di carta igienica infinita! Penso che il fascino del cartaceo non possa essere sostituito da niente al mondo, tutte le sensazioni che si provano osservando un libro ben posizionato nella libreria, accarezzandone la copertina e annusandone le pagine sono appagabili. Tuttavia a favore dell'e-reader bisogna pur dire che la sua comodità è immensa, soprattutto quando si è in viaggio e lo spazio è poco: se lo schermo è uno di quelli ad inchiostro, che non affaticano la vista, dal punto di vista della qualità della lettura può essere tranquillamente paragonato ad un cartaceo. Siamo ancora in una fase di passaggio, ma mi ritengo piuttosto ottimista, credo che i libri di carta non spariranno mai dal commercio, in quanto sono davvero insostituibili sotto certi aspetti: forse però la lettura digitale invoglierà più persone a leggere, a prezzi stracciati, e in che modo questo può rappresentare un male? Io spero che un giorno nel mondo si incominci a leggere di più e poco mi importa con che mezzi ciò avverrà, d'altronde siamo tutti sempre e comunque lettori, o no?
 
Che ne dite, vi sono piaciute le riflessioni di questa settimana? Fateci sapere, io intanto torno a leggere Hybrid, che mi sta prendendo tantissimo. Alla prossima, nargilli!
 
Marta (Cinnamon Cookie)

venerdì 30 maggio 2014

RECENSIONE: "ANNA AND THE FRENCH KISS" DI STEPHANIE PERKINS

Ciao a tutti, nargilli! Sto pian piano cercando di uscire da questo periodo di letargo proponendovi dei post che spero vi piacciano, a me sembrano molto carini :3 Ho appena finito questo libro meravigliosamente dolce che straconsiglio, ovvero Anna and The French Kiss di Stephanie Perkins, che sarebbe perfetto per il periodo di San Valentino, ma che per qualche strana ragione ho letto solo adesso e quindi condividerò con voi i miei pensieri su di esso. Si inizia!
 
Anna and the French Kiss
di Stephanie Perkins
Serie: Anna and the French Kiss #1 (ENG)

 
Goodreads rating:  4,17
Casa editrice: Speak (inedito in Italia)
Prezzo su Amazon: 6,57 € 

Trama: Anna è felice ad Atlanta. Ha una leale migliore amica e una cotta per il ragazzo che lavora insieme a lei al cinema che sta cominciando a ricambiare il suo interesse. Perciò è tutt'altro che emozionata quando suo padre decide di mandarla in un college a Parigi per l'ultimo anno di liceo. A parte l'incapacità di saper spiccicare una parola in francese, Anna incontra nuove persone, tra cui l'affascinante Etienne St Clair, che subito diventa il suo miglior amico. Sfortunatamente, lui è impegnato e anche Anna potrebbe esserlo. Un anno di romantici momenti persi si concluderà con il bacio francese che lei sta aspettando?
 
 
Se avete sempre sognato la dolce e romantica città di Parigi, questo è il libro perfetto per voi. Senza dubbio non ci si può non innamorare di Anna and the French Kiss, è una miscela di emozioni che fanno sospirare per tutta la storia, dalla prima all'ultima pagina. Ho tenuto il naso incollato a questo libro, lo continuavo a leggere perfino in strada mentre camminavo da tanto ne ero stregata e coinvolta. Infatti, a discapito della trama sul retro che sembra rivelare tutto, la storia ha numerosi risvolti inaspettati e mantiene sempre un livello narrativo alto, senza scadere nella banalità. E se vi siete stufati di libri che finiscono male, di tutte quelle morti dei fantasy e distopici, fidatevi di me: prendete una pausa da questi feels e rifugiatevi nel caldo abbraccio di Anna and the French Kiss, che non vi lascerà delusi. [ps: ve lo dice una che, fino a poco tempo fa, non leggeva libri romantici].

Sappiamo fin dalle prime pagine che Anna preferirebbe di gran lunga restare ad Atlanta, con la sua migliore amica Bridgette e il suo quasi fidanzato Toph, piuttosto che andare a Parigi, dove non conosce nessuno. Non può credere al fatto che suo padre si voglia sbarazzare di lei e, anziché essere contenta come qualunque altra ragazza di andare a vivere nella Ville Lumière, è parecchio scocciata e disorientata: non riesce a comprendere come mai, proprio quando tutto sembrava volgersi per il meglio nella sua vita, suo padre debba distruggere  i suoi piani e spedirla dall'altra parte del mondo, in un paese di cui non sa né la lingua né le tradizioni. Anna arriva alla SOAP, School of America in Paris, e si rende conto che la vita lì non è poi così terribile, a maggior ragione perché il ragazzo più desiderato, Étienne St. Clair, diventa immediatamente il suo migliore amico. Solo per poco, direte voi. E invece vedrete che questo libro vi lascerà col fiato sospeso fino alla fine, fino alle ultime parole, ed imparerete a non dare più nulla per scontato. La storia d'amore è assicurata, ma non si sa mai quando scoccherà la scintilla.
 
"French name, English accent, American school. Anna confused."
 
Non è solo Anna ad essere confusa in questo momento, anche io non so da che punto iniziare per descrivere questo meraviglioso libro, a parte ripetere che è fantastico (è una mia impressione, o vi ho già detto un triliardo di volte quanto io l'abbia amato ?). Comunque, Anna and the French Kiss è una piccola perla che nasconde moltissime sorprese, assicura al lettore un rifugio accogliente grazie a cui staccare la testa per un attimo ed immergersi nella storia dolcissima tra Anna ed Etienne. Ogni parola è un sospiro, un sussulto del cuore, un abbraccio tutto dedicato a chi si sta immedesimando nella protagonista e non può staccare gli occhi dalle pagine. Anche chi abitualmente non legge in inglese, questo libro è perfetto per iniziare: fresco, scorrevole e lineare, ricco di battute assolutamente comprensibili e niente vocaboli astrusi. Avrei sinceramente voluto che questo libro si trasformasse in una persona, per dirle quanto calorosa e dolce fosse e, chissà, magari darle anche un lungo abbraccio.

Anna, la protagonista, ci fa entrare fin da subito nella sua travagliata vita da adolescente, conducendoci mano nella mano fino a Parigi, dove sembra quasi inevitabile innamorarsi: è un personaggio travolgente, pieno di vita e allegria, che riesce a strapparti un sorriso anche quando il mondo le sembra cascare addosso; non è una che ama piangersi addosso, ma allo stesso tempo il suo cuore rimane diviso tra chi ha lasciato ad Atlanta e quello che invece Parigi offre, quindi soffre senza esagerare. Ogni tanto vorresti solo entrare nelle pagine e consolarla, farle capire una volta per tutte che non è lei ad essere sbagliata, anzi, lei è meravigliosa.

Parlando di persone meravigliose, una di queste mi ha definitivamente rubato il cuore, è inutile dirlo, si tratta di Étienne St. Clair. Sto parlando del ragazzo perfetto, un miscuglio tra accento inglese, nome francese e viso stupendo. Insomma, è il più puccioso dei ragazzi coccolosi, a maggior ragione quando dimostra le sue insicurezze e i suoi dubbi: anche lui nasconde all'apparenza molti travagli, soprattutto riguardanti la sua famiglia, e la parte fantastica è che solo con Anna lui riesce ad aprirsi davvero. Tuttavia ogni tanto avrei voluto prenderli per la collottola, avvicinarli e gridare "Now, kiss each other!", ma è proprio l'ostinazione di Étienne a non voler lasciare la sua storica fidanzata, Ellie, a creare l'atmosfera di curiosità nei lettori.  

“Will you please tell me you love me? I’m dying here.”  

La storia d'amore descritta in questo libro è qualcosa di perfetto, cristallizza i passaggi di un vero innamoramento, non uno di quei colpi di fulmine che ormai ci propinano in ogni singolo libro: Anna ed Étienne si avvicinano gradualmente, procedendo un passo alla volta. Ed anche quando tutto sembra volgere per il meglio, compare sempre qualcosa che li allontana, solo temporaneamente, ma che li fa crescere. Il desiderio aumenta man mano che si procede nella lettura, ed è palese che tra i due non ci sia una semplice amicizia; tuttavia nessuno dei due si sente pronto a confessare non tanto all'altro, quanto a se stesso, di essersi innamorato. Perché è inutile discuterci sopra, ma il cambiamento spaventa un adolescente e sia Anna sia Étienne sono restii ad abbandonare le proprie certezze e le persone che sono sempre state al loro fianco, anche se desidererebbero buttarsi uno nelle braccia dell'altra. Sono fiera di essere stata partecipe di questa loro crescita emotiva, di aver osservato parola per parola le fasi che rendono un amore stabile e duraturo, ben radicato nei loro cuori: è come se avessi voluto urlare al mondo "Io c'ero! Ho assistito al loro primo bacio!" durante la lettura di tutto il libro.

Lo stile di scrittura è divertente e scorrevole, devo confessarvi che in alcuni passaggio riuscivo a stento a trattenere le risate e le persone sull'autobus mi guardavano stranite: cosa vi perdete, volevo urlare a tutto il mondo. E invece me ne sono rimasta tranquilla, avvolta dal morbido calore delle frasi di Stephanie Perkins, che mi riscaldavano il cuore e mi rendevano per qualche tempo tenera e coccolosa *solo per cinque minuti, badate bene* cossìche tutto mi sembrava rosa e fiorito, come a primavera a Parigi.

Insomma, un libro che se fossi Amazon vi spedirei direttamente a casa, in modo che possiate anche voi essere testimoni di una storia d'amore così tanto dolce e possiate rimanere incantati dalle magiche ambientazioni della Ville Lumière. Non volevo smettere di leggere, ma neanche finire questo libro: speriamo in Lola and the Boy Next Door, anche se Laura mi ha già avvisata che a suo parere è meno stravolgente di questo.

Per finire, 5 stelle strameritate, che sono quasi troppo poche!
E voi, avete letto questo piccolo capolavoro o avete intenzione di farlo? Fateci sapere nei commenti :3 Alla prossima, nargilli!

Marta (Cinnamon Cookie)

mercoledì 28 maggio 2014

OFF TOPIC #1: LE PRETTY LITTLE LIARS E PHOTOSHOP


Ciao a tutti nargilli! Scusate la nostra poca attività di questi giorni, ma personalmente ho passato il weekend alla Fiera del Fumetto (facendo un super cosplay di Tris, oh yeah!) e i professori non mi stanno dando tregua, quindi avevo programmato la pubblicazione del secondo appuntamento di The Ultimate Guide To Reading che trovate qui, ma nient'altro. Sono molto dispiaciuta, carissimi lettori e lettrici, ma mi rifarò presto con la recensione di Anna and The French Kiss che ho quasi finito e adorato e con questo post :D
Tipico outfit delle Liars
Quindi, ho creato una rubrichetta che spero vi possa piacere: si tratta di Off Topic, ovvero uno spazio che gestiremo io e Laura quando vorremo uscire dai discorsi legati solo ai libri e parlarvi di qualcosa che ci ha particolarmente colpito o che vogliamo condividere con voi. L'argomento di oggi tratta delle dichiarazioni di Troian Bellisario, che interpreta Spencer Hastings nella serie televisiva Pretty Little Liars, riguardo all'utilizzo di Photoshop nell'ultimo servizio fotografico per GQ a cui le Liars hanno preso parte. Per chi non avesse mai visto questa serie tv, dovete sapere che le quattro ragazze, che in teoria dovrebbero essere all'ultimo anno di liceo, vengono spesso pesantemente truccate e vestite in modo probabilmente appropriato alla loro reale età, ma non a quella che dovrebbero rappresentare nella finzione. Non capita raramente che vadano a scuola con tacco 12 e vestiti molto scollati, come vedete nella foto qui accanto. Non per essere moralista, ma ve le vedete andare a scuola così conciate? E in questa foto sono ancora accettabili.
Una delle foto pubblicate su GQ
Comunque, ritornando al nostro argomento principale, dicevamo che in seguito a questo servizio sono scaturite numerose polemiche per l'eccesso di ritocchini digitali, a cui Troian Bellisario ha risposto così [tradotto da me]: "Fino ad ora avete visto le foto tratte da GQ e molti sostengono che siamo state photoshoppate... CERTO CHE LO SIAMO! Questo è un tipo particolare di servizio fotografico, e farci sembrare luminose e perfette era quello che stavano cercando. Fantastico. Magnifico. Finchè siamo consapevoli di come ciò è stato raggiunto sappiamo che non è reale". Prima di farvi sapere come la sua dichiarazione vada avanti, penso di essere molto d'accordo con Troian: ormai l'utilizzo di Photoshop è così diffuso che sarebbe quasi impossibile opporvisi, a maggior ragione se è la rivista ad imporlo... ormai si ha in mente un target specifico a cui sembrano piacere queste foto apparentemente perfette e si fa di tutto per ricorrere al ritocco digitale. La Bellisario ne prende comunque le distanze e non accetta a cuor leggero tutto questo, ma deve per forza ammettere l'evidenza: sarebbe insensato negare ciò che miliardi di persone posso vedere con i loro occhi, semplicemente aprendo un PC o una rivista. Ed è per questo che continua così: "Ecco qualche dietro le quinte del mio corpo, come è nella realtà e come si presentava quel giorno. Non sono seccata per come queste fotografie sono state modificate, le ragazze e io abbiamo ci siamo assolutamente divertite. Molto più divertente di quanto non fossero stati gli ultimi servizi fotografici nell'ultimo periodo, e penso lo possiate capire dai nostri occhi e sorrisi. Ma è lo stesso dappertutto. Come accade nei poster del nostro show e perfino nelle riviste per le donne. Questa industria sembra investire di più sulla perfezione che sull'imperfezione. Ma imperfezione e personalità, a mio parere, sono ciò che rendono una persona interessante e che rendono le nostre storie degne di essere raccontate (sfortunatamente i difetti non fanno vendere molte riviste)"
Troian Bellisario dal backstage
Come potete dunque notare in questa foto, Troian non è di certo dal vivo così come appare in foto, ma è comunque molto bella: come dice lei stessa, però, le imperfezioni non fanno vendere le riviste, pur essendo parte di noi. Quello che ogni giornale vuole non è necessariamente raccontare  il vero, ma mostrare ciò che risulta gradito alle persone ed evidentemente per fare ciò devono snellire un po' i fianchi e rendere la pelle liscia e perfetta. La Bellisario stessa conclude con un "Sono fiera del mio corpo e di come appare. [...] I miei fianchi e cosce sono parte di me (anche se magicamente non c'erano in alcuni scatti!). Ho ricevuto queste cose da mia mamma e sono felice di scuotere quello che mia mamma mi ha donato". Quindi, auto ironizzando lei stessa sul fatto che l'industria della moda avesse dovuto ridurle un po' il girovita, ci ricorda che nel mondo reale le cose non stanno così: la realtà è piena di imperfezioni e difetti che ci rendono vivi ed interessanti. L'importante sta nell'accettarsi e nel distinguere il vero dal ritoccato, per prenderne coscienza.  
Già in precedenza Ashley Benson, che interpreta Hanna Marin nello show, aveva dichiarato, a seguito della pubblicazione di un nuovo poster [sempre tradotto da me]: "Ho visto questa immagine che gira sul web... spero non sia il poster ufficiale. Le nostre facce sono quelle di quattro anni fa e sembriamo tutte ridicole. Troppo Photoshop, decisamente. Abbiamo tutti dei difetti. Nessuno ha questo aspetto, non è per nulla attraente". Anche a mio parere questo poster era eccessivamente ritoccato e non sono sicura che sia stato poi usato per la campagna promozionale. Comunque, Photoshop o no, questa è la realtà del mondo dello spettacolo e bisogna in un certo senso prenderne coscienza.
E voi, cosa ne pensate di tutto ciò? Siete d'accordo con le dichiarazioni di Troian Bellisario? Lasciateci un commento con il vostro parere e alla prossima, nargilli!
Marta (Cinnamon Cookie)

sabato 24 maggio 2014

THE ULTIMATE GUIDE TO READING #2

 
 
Ciao a tutti, nargilli! Eccoci di nuovo con la rubrica di nostra invenzione, The Ultimate Guide to Reading, in cui andremo ad analizzare uno per uno i luoghi comuni sui lettori che trovate qui, ovvero una lista su Goodreads intitolata These Stereotypes About Book Lovers Are Absolutely True, And That's A Good Thing. In totale ci sono 31 stereotipi che man mano, cinque alla volta, analizzerò per vedere se mi rispecchiano davvero o no. Viene dunque un totale di sei appuntamenti settimanali, che usciranno regolarmente il sabato (o almeno questo è il mio proposito, poi si vedrà). Detto questo, si inizia; l'ultima volta vi avevo lasciato al punto numero sei, quindi ripartiamo da lì!
 
7. Ma questo comunque [il fatto di non prestare i libri agli altri] non ti impedisce di essere fastidiosamente insistente e loquace riguardo ai tuoi libri preferiti.
 
Figuriamoci! Io insistente riguardo ai libri che leggo? Lo sono molto, molto di più: sono la REGINA dell'insistenza :P Tutti i miei sudditi per lo sfinimento prima o poi leggono i libri di cui ho parlato loro per tipo mesi e mesi di fila e poi tendenzialmente mi ringraziano! Il problema è che sono parte di troppi fandom ma ho troppo poco tempo, quindi non riesco ad asfissiare abbastanza i miei amici: tuttavia ho trovato una soluzione anche a questo problema. Perché altrimenti creare un blog, se non per convogliarci tutti i miei tormenti di lettrice e dialogare con persone con la mia stessa passione?
 
8. Le feste natalizie sono solo una scusa per distribuire classici e perle nascoste fra i tuoi amici e familiari; chi se ne importa del loro sguardo deluso al ricevere "Guerra e pace" invece che l'ultimo gadget tecnologico, o persino una bella cravatta.
 
Più che regalare libri, tendenzialmente mi metto io a scrivere un bel biglietto fatto a mano che il più delle volte si trasforma in un monologo lunghissimo... altrimenti tutti questi amici ingrati non apprezzerebbero un libro in regalo, che babbani! D'ora in poi, i libri li compro solo per me, e per nessun altro.
 
9. Alcune persone hanno le loro squadre di baseball preferite; tu hai le tue traduzioni preferite.
 
In verità non ho delle traduzioni preferite, anche perché ultimamente ho incominciato a leggere direttamente in lingua: quello che molto spesso non tollero sono, più che le traduzioni dei libri, i doppiaggi dei film. Vogliamo parlarne? Vorrei sapere, per esempio, chi è stato il genio che nel trailer di Colpa delle Stelle ha tradotto "I'm a grenade" con "Sono una mina vagante", quando anche nel libro italiano si parla di "granata". Ditemi il perché di tanta sofferenza inutile, tutto il tempo che il mio cervello ci ha messo a imparare le citazioni del libro *puff* vanificato così. Tornando all'ambito libresco, non sono una molto schizzinosa con le traduzioni, a parte quando sono palesemente scorrette o difficili da interpretare.
 
10. Anzi, se ci fosse un album di figurine degli scrittori, le collezioneresti tutte.
 
Ecco, questo lo vorrei subito! Datemi adesso la figurina di John Green e nessuno si farà male! Perché dovete sapere che ci sono album delle figurine di tutto, da Peppa Pig al Mondo di Patty (ma esiste ancora, tra l'altro?) e non costano nemmeno poco, mentre invece nessuno si è ancora degnato di crearne uno apposta per noi fangirl e fanboy: sarei disposta a sborsare qualunque cifra, pur di avere tra le mie mani un album con la faccia di JK Rowling e Suzanne Collins e John Green e chi più ne ha più ne metta sopra.
 
11. Le biografie degli scrittori e le pagine di Wikipedia solo il tuo equivalente delle riviste di gossip sui vip...
 
Bah, non direi. In verità tendo a seguire, se li hanno, i blog o i canali Youtube degli scrittori, che vengono di solito aggiornati con regolarità e ci regalano delle chicche inaspettate su quei pazzoidi che scrivono i nostri libri preferiti. In particolare, adoro il canale vlogbrothers di John e Hank Green, che seguo regolarmente. Per il resto, uso Wikipedia il meno possibile.
 
Ecco finite le risposte per questa settimana! Non avevo molto da dilungarmi, quindi ho preferito dire poco ma spero di essere comunque stata capaci di offrirvi spunti di riflessione interessanti. Alla prossima, nargilli!
 
Marta (Cinnamon Cookie)


giovedì 22 maggio 2014

A CLASSIC PER MONTH #1: "IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI" DI JULES VERNE

Ciao a tutti, nargilli!
Benvenuti al primo post riguardante la mia personale sfida, chiamata A Classic Per Month, su cui ho creato un'apposita rubrica. Le regole sono abbastanza chiare: leggere almeno (questo non vuol dire che leggerne di più sia un male) un libro considerato tra i pilastri portanti della letteratura mondiale al mese. 
Finita questa breve introduzione (se volete saperne di più sulla sfida il link è qui) passiamo al libro del mese di Maggio: Il Giro del Mondo in 80 Giorni di quel genio di Jules Verne.  

Il Giro del Mondo in 80 Giorni
di Jules Verne



Goodreads rating: 3,86
Edizioni varie
Trama:  2 ottobre 1872. Phileas Fogg è un uomo ricco, riservato, celibe e con abitudini regolari. La fonte del suo denaro è sconosciuta ed egli vive, pur senza sforzo, una vita assai metodica. Licenzia il suo precedente servitore per avergli portato l'acqua per radersi di due gradi troppo fredda ed assume come rimpiazzo Passepartout, un francese sulla trentina, che si rivela in gamba e affettuoso verso il padrone. Più tardi al Reform Club, di cui Fogg è socio, si fa coinvolgere insieme ad altri cinque membri in una discussione riguardo ad un articolo del Daily Telegraph, il quale premette che c'è stata una rapina alla Banca d'Inghilterra ed afferma che grazie all'apertura di una nuova linea ferroviaria in India, è ora possibile viaggiare intorno al mondo in 80 giorni. I compagni di Fogg mettono in dubbio che sia davvero possibile percorrere l'intero globo in così poco tempo, così Fogg accetta di scommettere 20.000 sterline con i suoi cinque compagni del Club, ognuno dei quali mette in palio 4.000 sterline. Fogg riceverà la somma a patto di riuscire a completare il giro del mondo in 80 giorni. Il gentiluomo parte la sera stessa portando con sé il suo nuovo servitore Passepartout e una borsa in cui ripone 20.000 sterline per le necessità del viaggio. Lasciando Londra con un treno partito alle 20:45 del 2 ottobre, dovrà riuscire a rientrare alla stessa ora al Reform Club 80 giorni più tardi, sabato 21 dicembre.


Phileas Fogg è un tipico gentleman inglese, pacato e riservato, abituato a scandire la sua giornata al minuto senza accettare alcuna variazione; la massima distanza che ha mai coperto in tutta la vita è quella che separa casa sua dal Club dove è solito trascorrere il tempo, leggendo giornali e giocando a twist (no, non Twister, il gioco con il tappeto colorato, non avrebbe mai accettato di abbassarsi a quel livello; si tratta di un passatempo con le carte). Ed è per questo che Passepartout, giovane maggiordomo francese, pensa di aver trovato il padrone perfetto quando nei primi capitoli arriva all'abitazione del signor Fogg. Tutto è perfettamente organizzato e lui, dopo essere stato al servizio di una lunga lista di padroni scapestrati, non può che essere contento di essere stato assunto da Phileas Fogg: tuttavia, sbaglia ad affidarsi alla sua prima impressione e, nelllo stesso giorno della sua assunzione, si trova coinvolto in una delle più incredibili avventure mai accadute, ovvero il viaggio del mondo in soli 80 giorni. Per quanto a noi, donne e uomini del ventunesimo secolo, basti prendere un aereo per viaggiare comodamente da una parte all'altra del globo, nell'ottocento la tranquillità non era contemplata: ritardi, imprevisti, cambi di percorso e di rotta erano all'ordine del giorno e senza dubbio i nostri protagonisti non vengono esentati da nessuno di questi. Inseguiti da un poliziotto che crede di aver incastrato un famoso ladro, accompagnati man mano dai più strani viaggiatori e da una ragazza indiana che hanno salvato da una morte certa, Phileas Fogg e Passepartout viaggiano tutto attorno al globo, venendo a contatto le tradizioni di ogni paese.

La caratterizzazione dei personaggi è straordinaria: Jules Verne riesce a descrivere con la più precisa meticolosità possibile il carattere e l'aspetto fisico di ciascuna persona presente nel suo libro, dai protagonisti fino alle semplici comparse. Phileas Fogg è uno dei casi più strani che io abbia mai incontrato: non ha di certo una personalità travolgente o particolarmente espansiva, ma colpisce subito il lettore per il suo carattere fuori dall'ordinario, per la sua calma e pacatezza; riesce a condurci per mano attraverso una serie di disavventure che, se non fosse per la sua pragmatica indole, creerebbero il panico anche nei lettori, ed invece riesce sempre ad equilibrare tutto, in modo che, pur essendo coinvolti, non ci sentiamo smarriti in un miscuglio di località e avventure. Qui sta la bravura di Verne: le sue storie non sono per nulla confusionarie, né affidate al caso, in quanto ogni minimo dettaglio si incastra con il successivo e il precedente. L'esatto opposto è invece Passepartout, l'anima di questo libro! Senza di lui, molti dei colpi di scena non avverrebbero e la narrazione risulterebbe monotona, un semplice elenco di città e stati: invece, grazie alla sua anima maldestra, fin dalla sua prima apparizione entra nel cuore dei lettori e li intenerisce. A chi non verrebbe voglia di abbracciarlo quando, appena partiti da Londra, si ricorda di aver lasciato il riscaldamento a gas di camera sua acceso e Phileas Fogg gli ricorda che tutta la bolletta sarà a suo carico? Come dei pezzi del puzzle, i due protagonisti si fondono alla perfezione e fanno girare gli ingranaggi della storia.
Non meno interessanti sono i personaggi secondari: l'ispettore Fix, che fino alla fine segue la comitiva, credendo di poter diventare il detective più famoso del mondo incastrando un pluriricercato criminale, ispira allo stesso tempo grosse risate e rabbia, soprattutto nella sua decisione finale; a dirla tutta si fa anche lui un bel viaggetto gratis attorno al mondo, quindi diventa uno di quei personaggi secondari indissolubili dal resto. Ed infine la signora Auda, che risulta essere la componente meno intrigante del libro: pur avendo alle spalle un passato interessante, Jules Verne preferisce non svilupparlo, a mio parere, dimostrando la sua predilezione per i personaggi maschili. Nonostante ciò, se il risultato è questo capolavoro, sono disposta a tollerare anche questa vena di maschilismo ottocentesco. Perché, diaciamolo, oramai siamo abituati alle eroine badass dei distopici e tutto viene filtrato attraverso questa lente, o no? Ma soprattutto, guardate quanto sono belle queste due cover inglesi *-* (NB: si può fangirlare su un libro di duecento anni fa? Perché è quello che sto facendo adesso). Comunque, per ora Jules Verne è il mio mito. avevo già adorato L'Isola Misteriosa molti, troppi, anni fa, ma ora riesco ad apprezzarlo ancora di più, ne colgo le complessità e le sfumature più nascoste. Leggere questo libro è come fare una full immersion di storia e geografia allo stesso tempo, ma in una maniera scorrevole e veloce: mi ricordo moltissimi degli aneddoti citati nel corso della storia, come se mi fossero entrati nel cervello senza che io lo sapessi. Ora però è tempo di qualche citazione (non penso che qualcuno si preoccupi, ma nella seconda c'è uno pseudo spoiler per chi non sapesse nulla, ma proprio nulla, su questo libro)!
"Un buon inglese non scherza mai quando si tratta di una cosa seria come una scommessa."
"Così, dunque, Phileas Fogg aveva vinto la sua scommessa. Aveva compiuto in ottanta giorni un giro completo del mondo! Per portarlo a termine aveva utilizzato tutti i mezzi di trasporto: piroscafi, ferrovie, carrozze, “yachts”, navi da carico, slitte, elefanti. L’eccentrico “gentleman” aveva svelato in questo affare le sue meravigliose qualità di sangue freddo e precisione. Ma in seguito? Che cosa aveva guadagnato con tutto quel movimento? Che cosa si era portato indietro da quel lungo viaggio? “Niente”, forse dirà qualcuno. Sì, niente, al di fuori di una donna attraente la quale – per quanto la cosa possa sembrare inverosimile – lo rendeva il più felice degli uomini! E in verità, non si farebbe volentieri anche per meno di questo l’intero Giro del Mondo?"
Tra le mille curiosità sui film, ho scoperto solo ora che in quello del 1956 c'è il bravissimo David Niven, che troviamo anche in uno dei miei film preferiti, ovvero Invito a cena con delitto. Sarà un must da vedere, allora! Appena lo troverò in qualunque formato, ne farò la recensione per voi lettori :) *fangirla anche sul film*
Quindi, che ne dite di questo inizio scoppiettante, e un po' logorroico, della mia A Classic per Month Challenge? Se lo avete letto, che cosa ne avete pensato? A presto, nargilli!
Marta (Cinnamon Cookie)
PS: commentante e fateci sentire le vostre opinioni, ci fa molto piacere :3

mercoledì 21 maggio 2014

THE BOOK SACRIFICE TAG

Ciao nargilli!
Sono Laura e sono tornata a postare dopo una gita estenuante di due giorni in montagna. Oggi farò il Book Sacrifice Tag e sono stra emozionata. Un sacco di booktuber che seguo l'hanno fatta e ho amato i loro video. Si tratta appunto, di sacrificare dei libri in diversi scenari. Nota, mi dispiace se a voi sono piaciuti i libri che distruggerò in questo  post, questo non diminuisce la mia opinione di voi. Semplicemente a me non sono piaciuti, vorrei che mi fossero piaciuti ma non è così.
 
 
Primo Scenario
Sacrifica un libro sovrastimato
Sei nel bel mezzo di un apocalisse di zombie scoppiata all'improvviso e ti trovi in una libreria. Stai girovagando e stai spulciando tra i libri quando dagli altoparlanti annunciano l'apocalisse. Le forze armate dichiarano che l'unica debolezza degli zombie sono i libri sovrastimati. Quale libro che tutti hanno letto e amato ma che solo tu hai odiato tireresti contro gli zombie per difenderti?

E il libro che ho scelto è Uno Splendido Disastro di Jamie McGuire. Questo libro e le sue citazioni sono dappertutto, e quindi ero curiosa di iniziarlo. Ero cosciente del fatto che fosse la solita storia tra cattivo ragazzo e brava ragazza, ma a volte quella storia scritta bene può essere anche bella. Il problema di questo libro è che è scritto male. Non riuscivo a leggere più di dieci righe alla volta. Penso che alcuni dei temi che facciamo in classe siano scritti meglio. Non l'ho nemmeno finito, ho solo  passato le pagine molto velocemente. Ammetto di avere un debole per i cattivi ragazzi nei libri *cough* Adrian Ivashkov e Noah Shaw *cough* ma Travis non è un cattivo ragazzo, è quasi malato. Distrugge il telefono solo perché se no chiamerebbe Abby in continuazione e picchia chiunque la guardi. La loro relazione è di codipendenza e diventerà violenta. Inoltre è irreale, Travis non studia e non fa mai palestra, ma ha voti altissimi e un fisico assurdo. Ma per favore.
 
Secondo scenario
Sacrifica un seguito
Sei appena uscita dal parrucchiere con una splendida messa in piega e BOOM un acquazzone ti prende in pieno. Quale seguito useresti come ombrello?
 

La mia scelta è Torment di Lauren Kate. Sono stata indecisa a lungo tra Questo e The Elite di Kiera Cass ma ho scelto il primo perché di quello, l'intera saga mi è piaciuta ma il secondo è terribile. Luce è una lagna assurda, è stupida. Non fare quello che ti dicono gli altri non è coraggio è stupidità. Se qualcuno che conosce meglio la situazione ti dice di non fare una cosa  non necessaria perché metterebbe in pericolo te e gli altri NON FARLA. Avrei voluto strangolare Luce e pigliarla a schiaffi per dirle di svegliarsi. Riesce anche a litigare con Daniel che è perfetto e non fa altro che accontentarla, quando, per me, lui si meriterebbe qualcuno di migliore. È stato un miracolo se non ho buttato il libro dalla finestra.
 
Terzo Scenario
Sacrifica un classico
Sei a lezione, all'università. Corso di letteratura. Il tuo insegnante sta parlando da ore del classico che ha rivoluzionato il mondo e la letteratura tutta, ma tu pensi solo a come sarebbe liberatorio tirare il suddetto libro in faccia al  suddetto prof perchè in realtà è stata una lettura terribile e noiosa. Di che libro stiamo parlando?

E questa volta tocca a Furore di John Steinbeck. L'ho letto per la scuola ed è veramente veramente veramente brutto e noioso. Non si capisce niente e va male Tutto A TUTTI.  È frustrante. Ma perché? Stavo per addormentarmi ogni riga. Credo che tutta la mia classe stesse seriamente per tirarlo in testa alla professoressa.
 
 
 
 
Quarto Scenario
Sacrifica il libro più brutto che ti viene in mente
Sei in una biblioteca fornitissima e a un certo punto giunge la notizia che il riscaldamento globale è definitamente esploso e che il mondo fuori è diventato una vasta distesa ghiacciata. Hai una sola possibilità di salvarti ed è quella di accendere un falò. Il primo libro che corri a prendere per costruire la pira.
 
Flatlandia di Edwin Abbott Abbott. Questo libro non ha alcun senso e non ci ho capito nulla. Anche questo l'ho dovuto leggere per la scuola, fosse per me dopo due pagine( forse meno) l'avrei abbandonato. Non si capisce nulla e dovevo rileggere ogni pagina circa tre volte per afferrarne il senso. Inoltre era noiosissimo.  Una tortura. Lo brucerei sul serio, anche senza il riscaldamento globale. E anche oggi è tutto, grazie per aver letto. Io mi sono divertita tantissimo, è stato liberatorio esprimere tutta la mia frustrazione per questi libri, che io ho trovato tremendi.
 
 
 
Avete letto qualcuno di questi libri? Se sì, cosa avete pensato? Alla prossima, nargilli!
 
Laura

martedì 20 maggio 2014

BOOK SHUFFLE TAG #1

Ciao a tutti, nargilli!
Eccomi di nuovo con un tag, che ho appena visto su Youtube da una delle mie booktuber preferite e siccome non comporta parecchia preparazione e non è molto laborioso, ho pensato di condividerlo con voi. Il tag di cui sto parlando è il Book Shuffle Tag, che potete sbirciare sul canale di PadfootandProngs07 (ps: come la maggior parte di questi video, è interamente in inglese). Se invece vi fidate semplicemente di me, continuate a leggere perché si inizia!
REGOLE: Questo tag è davvero semplice da fare, basta solo un po' di immaginazione e qualunque strumento con una playlist musicale, da un iPod (come farò io, per esempio) fino ad un comune smartphone o simili. L'importante è disporre della riproduzione casuale, perché sarà proprio questa a doverci servire: infatti alle prime cinque canzoni che verranno emesse dai vostri dispositivi ipertecnologici dovrete abbinare un libro per ciascuna; nel mio tag, sceglierò dei libri che, a mio parere, siano affini in qualche modo ad esse. Abbastanza chiaro, no?
1) Sunday Morning- The Velvet Underground

Appena ho attivato la riproduzione casuale e sono uscite le note iniziali di questa canzone, sono saltata sulla sedia dalla gioia! Quello che mi ispira è infatti una ventata di allegria e calma energizzante, ma c'è anche una sorta di malinconia celata al suo interno: penso che quindi vi abbinerò il mio libro preferito di tutti i tempi, ovvero Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéri, perché è innocente e liberatorio, ma allo stesso tempo risulta essere ricco di spunti di riflessione anche su tematiche importanti, come la morte e la solitudine. Tutto questo però è elaborato in maniera perfetta dall'autore, che con grande abilità riesce a nascondere messaggi importanti in un libro fondamentalmente indirizzato ai bambini.
Questo brano molto ritmato mi ispira qualcosa di incalzante, ma con un retrogusto amaro: penso che sceglierò The Selection di Kiera Cass, non tanto perché questo libro mi abbia fatto impazzire, anzi, ma perché rappresenta alla perfezione questa mia descrizione. Infatti tutta la trilogia non avrebbe alcun senso se non ci fosse il triangolo amoroso tra America, Maxon e Aspen (per quanto a mio parere sia stra-sbilanciato, perché come potresti non innamorarti di un principe carino e coccoloso??) e soprattutto i libri ti lasciano l'amaro in bocca, perché, pur promettendo bene dalla trama,tutti gli intrecci si basano sull'incostanza di idee di America che, poverina, non sa chi scegliere dei due. Quindi un rapporto di amore-odio con questo libro, più tendente alla fastidiosità.
3) If I Die Young- The Band Perry
Ok, non ci devo nemmeno pensare: mi vengono in mente subito due titoli, entrambi di John Green,  ma per evitare di fare spoiler (tutti quelli che hanno letto i suoi libri capiranno) sceglierò un altro libro. Si tratta di Thirteen Reasons Why di Jay Asher, perché sin dalla prima pagina è palese che Hannah sia ormai morta e abbia lasciato dietro di sé delle cassette con incisi i motivi per cui ha preso la decisione di togliersi la vita. Questo libro si abbina perfettamente alla canzone, specialmente quando dice "And maybe then you'll hear the words I been singing. Funny, when you're dead how people start listening" perché appunto ne inquadra l'essenza, ovvero che non essendoci stata in vita la possibilità di dialogare con le persone per cui soffriva, Hannah ha preferito lasciare il segno affidandosi alle confessioni registrate sulle cassette. Date un'occhiata a questo libro, si trova anche in traduzione italiana sotto il titolo 13.
4) Fix You- Coldplay
Ok, dopo la prima canzone allegra adesso continuano ad uscire canzoni malinconiche: vabbò, andiamo comunque avanti. Penso che citerò comunque un libro del mio amato New York Times Best Seller Author, ovvero Cercando Alaska di John Green (era lui l'autore, se non l'avevate capito). Comunque, ho abbinato questo piccolo capolavoro perché riflette molti dei concetti espressi in questo libro: la ricerca del senso della vita, le risposte non trovate, la mancanza di punti di riferimento. Tutto questo, in particolare nella rassicurazione del ritornello "Lights will guide you home, and ignite your bones, and I will try to fix you", come se questo fosse direttamente dedicato ad Alaska e Miles.
Ecco esauditi i miei desideri, volevo una canzone allegra e ta dà! Chi meglio di Mika per terminare questa variegata playlist libresca? Ispirandomi al titolo, penso che nulla sia più azzeccato di Pretty Little Liars, uscito qui in Italia come Giovani, Carine e Bugiarde, di Sara Shepard. Infatti tutta la vicenda si sviluppa sui segreti che le quattro ragazze nascondono e ogni cosa che accade nella *mica tanto* ridente cittadina di Rosewood sembra proprio ricondurre a loro. Il libro non è certamente scritto in maniera superba, a maggior ragione perché la serie prende delle pieghe molto diverse da esso, quindi consiglierei di guardare PLL anziché di leggerlo (che cosa strana, accade davvero rarissimamente).
Dunque che ne dite dei miei abbinamenti? Vi hanno ispirato a leggere qualcuno di questi libri? Commentate, a noi fa solo piacere conoscervi meglio! A presto, nargilli!
Marta (Cinnamon Cookie)

lunedì 19 maggio 2014

CHI BEN COMINCIA #1



Ciao a tutti, nargilli!
Benvenuti al primo appuntamento con la rubrica Chi Ben Comincia, ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri. Da quando ho scoperto i lit blog questa è stata una delle mie rubriche preferite, un po' perché mi incuriosiva leggere gli incipit dei libri, un po' perché era veloce e leggera da leggere. Dunque per la prima volta facciamo una rubrica non di nostra creazione! Spero vi possa comunque piacere la nostra Chi Ben Comincia: The Booklover Nargles Edition. Le regole sono semplici: condividerò con voi l'incipit del libro che sto leggendo o che devo leggere. In questo caso vi parlerò di Anna and The French Kiss di Stephanie Perkins, un libro dolcissimo.


"Here is everything I know about France: Madeline and Amélie and Moulin Rouge. The Eiffel Tower and the Arc de Trionphe, although I have no idea what the function of either actually is. Napoleone, Marie Antoinette, and a lot of kings named Louis. I'm not sure what they did either, but I think it has something to do with the French Revolution, which has something to do with Bastille Day. The art museum is colled the Louvre and it's shaped like a pyramid and the Mona Lisa lives there along with that statue of the woman missing her arms. And there are cafés or bistros or whatever they call them on every street corner. And mimes. The food is supposed to be good, and the people drink a lot of wine and smoke a lot of cigarettes. I've heard they don't like Americans, and they don't like white sneakers. A few months ago, my father enrolled me in boarding school. His air quotes practically crackled over the phone line as he declared living abroad to be a "good learning experience" and a "keepsake I'd treasure forever". Yeah. Keepsake. And I would have poited out his misuse of the word had I not been already freaking out." 
(ecco la traduzione italiana realizzata da Frannie, di Frannie Pan. Una lettrice tra le nuvole. Grazie mille! :3)
 
"Ecco tutto quello che so sulla Francia: Madeline e Amélie e Moulin Rouge. La tour Eiffel e l'Arc du Triomphe, anche se non ho idea di quale sia esattamente la loro funzione. Napoleone, Maria Antonietta e molti re di nome Luigi. Anche per loro non sono sicura di sapere cosa abbiano fatto ma credo abbia a che vedere con la Rivoluzione Francese, che ha a che vedere con la presa della Bastiglia. Il museo d'arte è il Louvre e ha la forma di una piramide e lì ci vive la Gioconda insieme alla statua della donna a cui mancano due braccia. E ci sono café e bistrot o come si chiamano loro ad ogni angolo. E mimi. Il cibo dovrebbe essere buono e le persone bevono molto vino e fumano molte sigarette. Ho sentito dire che detestano gli americani e le converse bianche. Alcuni mesi fa, mio padre mi ha iscritto ad un collegio all'estero. Avevo sentito crepitare attraverso il telefono le virgolette immaginarie mentre dichiarava che, quoto, vivere all'estero sarebbe stata "una buona metodo di apprendimento" e "un'esperienza che avrei conservato per sempre". Si. Esperienza. E io avrei sottolineato l'uso improprio della parona se non fossi già stata spaventata a morte."
Che ne dite? Vi interessa leggerlo o l'avete magari già letto? Io personalmente ho il cartaceo con la prima copertina, che adoro! La trovo molto più accattivante e lineare della seconda, che invece mi sembra grossolana. Fatemi sapere, nargilli!
Marta (Cinnamon Cookie) 

ZOMBIE APOCALYPSE TAG (Marta)

Rieccomi, nargilli!
Questo weekend vi ho tartassato con una miriade di tag, ma prometto che prima o poi scriveremo una recensione! Prima però vogliamo rendere il più attivo possibile il nostro piccolo blog attivo per farvi sentire sempre più partecipi :D Che ne dite? Stiamo andando bene per adesso? Passiamo a questo magnifico tag, che ho scoperto grazie a due bellissimi blog, Someone who's reading e Divoratori di Libri.

REGOLE: Ci siamo. Gli zombie hanno invaso la terra! Unico modo per sopravvivere è creare un team.Ho scelto i libri più distopici/fantasy tra i miei preferiti, siccome con questi personaggi dovrò andare a formare una squadra d'azione. Ho scritto i titoli su dei foglietti che ho minuziosamente piegato e riposto in una cesta adatta. Man mano che andavo avanti procedevo nell'estrazione, sapendo che ogni libro non poteva essere usato più di due volte, dopodiché aprivo la mia copia cartacea ad una pagina casuale e utilizzavo il primo nome che appariva. Mi sono segnata i dieci nomi e solo dopo ho guardato a chi fosse abbinato cosa.
I libri che ho scelto sono:

1. Hunger Games - La ragazza di fuoco di Suzanne Collins
2. Chi è Mara Dyer di Michelle Hodkin
3. Divergent di Veronica Roth
4. Harry Potter e i Doni della Morte di JK Rowling
5. Percy Jackson- La Battaglia del Labirinto di Rick Riordan

LA PRIMA PERSONA A MORIRE
Grover Underwood della saga di Percy Jackson.
Beh, contando che magari con gli zoccoli non è molto agile e che potrebbe addirittura essere sotto copertura con le stampelle, mi dispiace per lui ma è il più plausibile in questa categoria.  Abbiamo la nostra prima vittima, d'ora in poi gli zombie saranno incontrollabili!
LA PRIMA PERSONA CHE TRADIRAI PER SCAPPARE AGLI ZOMBIE
Ginny Weasley, da Harry Potter e i Doni della Morte. Posso dire che sinceramente mi dispiace un po' per lei, ma in effetti se in gioco ci fosse la mia vita e se non riuscissi a salvare entrambe, potrei tradire Ginny: è una strega e se la caverà egregiamente, basta usare qualche incantesimo di stordimento per scappare dagli zombie. Ginny credo in te! Riuscirai a sopravvivere anche dopo il mio tradimento.

LA PRIMA PERSONA A DIVENTARE UNO ZOMBIE

Povero Peeta, è lui il primo ragazzo-del-pane-zombie della storia! Direttamente da Hunger Games (e chi non lo sapeva?!) lui, il dolce e indifeso Peeta, anziché mangiare dolci d'ora in poi passerà ai cervelli succosi! Gnam! E per chi volesse sapere se prima o poi attaccherà anche la sua amata Katniss, non resta che scoprirlo andando avanti con questo sempre più spietato tag e incrociando le dita (tutti questi bei personaggi sacrificati per degli zombie, mi viene da piangere).


LA PRIMA PERSONA CHE TI TRADIRA' PER SCAPPARE AGLI ZOMBIE
Noah  Shaw, nooooo proprio tu! Il ragazzo perfetto, la mia dolce metà! Come può essere accaduto tutto questo? Per chi non lo sapesse, sto parlando della perfezione fatta a persona direttamente da Chi è Mara Dyer. Mi sa che adesso sia più appropriato dire chi è Noah Shaw, visto che non lo riconosco più. Non mi potete fare questo, maledetti zombie! Prima o poi vi riuscirò a sconfiggere, con le armi segrete (temo di scoprire chi saranno -.-") del mio team!
L'IDIOTA DEL TEAM

Mara Dyer, dal quasi omonimo libro. Bah, forse questi zombie hanno trasmesso a tutti un po' di stupidità come regalo di invasione, ma definire Mara come la scema del villaggio avrà delle serie ripercussioni. Spero che queste si tramuteranno in una silenziosa strage di zombie, se sapete di cosa sto parlando. Zombie morti dappertutto e Mara Dyer. Il massimo, insomma.
 
IL CERVELLO DEL TEAM
Quattro, o Tobias Eaton, da Divergent. Ci sta,  ragazzi, questo team promette davvero bene. Penso che avere Quattro come freddo calcolatore sia la scelta migliore, anche se mi sembra un po' sprecato: facciamolo anche combattere, per favore! Vi immaginate Quattro contro gli zombie? Sarebbe semplicemente fantastico!
 MEDICO DEL TEAM

Chirone, dalla saga di Percy Jackson. Davvero?? Questo sembra fatto apposta, ma vi giuro che era il primo nome della pagina. Non potevamo prendere qualcuno di piu' esperto di un centauro vecchio migliaia di anni, abituato inoltre a vedersi recapitare ogni giorno al Campo Mezzosangue dei semidei mezzi sfaciati. Quindi un grande applauso per il nostro medico Chirone, che spero riesca anche a salvare Peeta dalla sua zombietudine! (Non ci posso fare nulla, mi è rimasta qui questa storia del primo zombie del team)


ESPERTO DI ARMI

Finnick Odair, da Hunger Games- La Ragazza di Fuoco. Direi che anche questo potrebbe andare, miei cari nargilli. A maggior ragione se si presenta con il tridente e le zollette di zucchero per tutti, è davvero ben accetto! Potrebbe costruire molte trappole e imprigionare questi fastidiosi zombie una volta per tutte, magari presentandosi vestito con il costume della parata: quello sarebbe mooolto gradito.


 
L'ATTACCABRIGHE

Tori Wu, dalla trilogia di Divergent. Anche se la figura dell'attaccabrighe non suona molto femminile, sono felice che sia uscita lei, perché tutti questi bei ragazzi mi stavano stordendo un po' (^-^) e perché comunque ci vuole una componente femminile in questa squadra di sterminatori di zombie, cavolo!  Comunque Tori è una combattente e leader nata, però penso che a tratti possa essere molto impulsiva quindi... ta dà! Ecco la nostra attaccabrighe preferita! 
IL CAPITANO DEL TEAM

Remus Lupin, da Harry Potter e i Doni della Morte. Bene, questo vuol dire solo una cosa: cioccolato per tutti!! A parte gli scherzi, ci voleva qualcuno di adulto con molta esperienza nel combattere le forze oscure, e noi abbiamo uno dei migliori! Sempre che non decida di porre fine a tutto con un semplice incantesimo, senza nemmeno ricorrere al combattimento. Questa sarebbe la soluzione perfetta! 



Bene, come vi sembra la mia squadra? A me pare fantastica, se solo non fosse per Peeta e Noah... questa cosa non riusciró mai ad elaborarla, è piú forte di me. Fatemi sapere se avete fatto questo tag o avete intenzione di farlo. A presto, nargilli! 

Marta (Cinnamon Cookie)