sabato 5 luglio 2014

RECENSIONE: "INFERNO" DI FRANCESCO GUNGUI

Ciao a tutti, nargilli! Oggi ho per voi una recensione di un libro italiano a metà tra il distopico e il classico, ovvero una rivisitazione della struttura infernale dantesca: sto parlando di Inferno di Francesco Gungui, il primo di una trilogia che propone appunto una innovativa visuale sulle opere di Dante. Come vi avevo accennato, la Fabbri Editori ha ristampato questo volume a soli 5 €, quindi come non potergli dare una possibilità? Me lo sono divorato in un giorno, a dir poco, e sono stati i 5 € meglio spesi in vita mia. Ma adesso iniziamo la recensione!
 
Inferno
di Francesco Gungui
Serie: Canti delle Terre Divise #1
 
 
Goodreads rating: 3,33
Casa editrice: Fabbri Editori
Prezzo: 5 € 

 

Trama: Se sei nato a Europa, la grande città nazione del prossimo futuro, hai due sole possibilità: arrangiarti con lavori rischiosi o umili, oppure riuscire a trovare un impiego a Paradiso, la zona dove i ricchi vivono nel lusso e possono godere di una natura incontaminata. Ma se rubi o uccidi o solo metti in discussione l'autorità, quello che ti aspetta è la prigione definitiva, che sorge su un'isola vulcanica lontana dal mondo civile: Inferno. Costruita in modo da ricalcare l'Inferno che Dante ha immaginato nella Divina Commedia, qui ogni reato ha il suo contrappasso. Piogge di fuoco, fiumi di lava, gelo, animali mostruosi: gli ingranaggi infernali si stringono senza pietà attorno ai prigionieri che spesso muoiono prima di terminare la pena. Nessuno sceglierebbe di andare volontariamente a Inferno, tranne Alec, un giovane cresciuto nella parte sbagliata del mondo, quando scopre che la ragazza che ama, Maj, vi è stata mandata con una falsa accusa. Alec dovrà compiere l'impresa mai riuscita a nessuno: scappare con lei dall'Inferno, combattendo per sopravvivere prima che chi ha complottato per uccidere entrambi riesca a trovarli... Il primo romanzo di una trilogia fantasy.
 
 
Per gli abitanti di Europa, essere all'Inferno significa essere condannati ad una prigione di massima sicurezza, senza vie di fuga. Alec questo lo sa bene, da quando è nato vede proiettati nelle Cattedrali del Mare atroci video che ritraggono i dannati alle prese con la loro pena, di certo non vorrebbe finirci per nessun motivo al mondo: tuttavia, in questa società distopica dove l'Oligarchia governa senza scrupoli, finire all'Inferno è abbastanza facile, considerato che per sopravvivere la popolazione è costretta a commettere piccoli crimini quotidiani, ruberie e risse. Tutto sembra volgersi per il meglio quando a sua madre viene proposto di trasferirsi per sei mesi a Paradiso, invece si tratta dell'inizio della fine. Alec si innamora di Maj, figlia di uno degli Oligarchi, che dopo aver vissuto tutta la sua vita in una finta perfetta felicità, inizia ad interrogarsi su cosa sia la vera libertà e cosa ci sia al di là del Mediterraneo. Eh sì, anche la divisione territoriale è fondamentale in questo libro: gli abitanti di Paradiso occupano la zona mediterranea al di sotto delle Alpi e sulla costa del Nord Africa, mentre Europa è una grande metropoli, più che un continente, che si estende al di sopra del bacino mediterraneo. Tornando ai due ragazzi, il loro amore infrangerà ogni regola sociale e sia Maj che Alec finiranno, separati, all'Inferno, con un unico desiderio: fuggire da lì insieme.
 
Il punto di forza di Inferno è quello di conservare le atmosfere cupe e travolgenti di un distopico plasmandole però, con estrema fedeltà, al contesto dantesco. Francesco Gungui infatti crea una società basata sul terrore, in cui l'Oligarchia crede che ciò sia l'unico modo per costituire un futuro di benessere e sicurezza, privati del male. Chi vive ad Europa conosce bene questa paura e più che la libertà cerca una stabilità che gli permetta di vivere in maniera decorosa; chi vive a Paradiso, invece, semplicemente non si cura del resto del mondo ed inconsciamente approva questo sistema repressivo. L'amore tra Alec e Maj diventa un atto di ribellione proprio perché, per la prima volta, due persone così diverse iniziano a condividere un ideale che sembra ormai perso, quello della libertà. L'uno cerca nell'altra quello che non ha mai potuto avere ed alla fine i due si scoprono essere non molto diversi, benché la situazione di partenza li ponga su livelli distinti. 
 
“Se siete qui, vuol dire che avete peccato, il vostro crimine prevede la dannazione, e l’Inferno sarà da domani la vostra casa”.
 
Gungui con la prima edizione
Maj viene condannata all'Inferno per il suo crimine, ma porta sulle spalle il fardello di un padre Oligarca che non è poi così spietato come sembra; Alec invece compie una scelta e firma l'inizio di una lenta ribellione tra i sobborghi di Europa, pur di salvare Maj. Mentre la ragazza fatica per trovare un appoggio, essendo disprezzata da tutti per le sue origini, Alec ha ben chiaro il suo compito: aiutato dagli appunti del padre, architetto di Inferno ucciso anni addietro, deve riuscire a trovare la via di fuga, dopo essersi ovviamente ricongiunto con Maj. Compito tutt'altro che semplice, in un mondo capovolto, dove i dannati stravolgono ogni regola sociale e dove la sopravvivenza è questione di ore. Il viaggio dei due innamorati si discosta leggermente dal viaggio dantesco, perde quell'aura mistica e diventa crudo, spietato e assolutamente reale. Non ci sono metafore per descrivere Inferno, ma solo dure verità.
 
La caratterizzazione dei personaggi è essenzialmente incentrata sulle figure di Alec e Maj, anche se tra i due ho preferito il primo: è motivato e pragmatico, oltre ad essere particolarmente sveglio. Ciò che ancora mi lascia perplessa sulla figura di Maj è il suo repentino cambiamento, da ragazza del Paradiso a combattente, e il fatto che comunque, per abitudine, tenda a posporre le esigenze degli altri alle sue. Restano entrambi molto realistici, quasi volessero balzare fuori dalle pagine del romanzo, e compiono un percorso di crescita attraverso l'Inferno che potrebbe essere paragonato a quello di Dante: la loro Beatrice è il riscatto sociale e la libertà. Unica pecca? I frequenti cambi di punto di vista che confondono, a mio parere, e rompono la fluidità della narrazione. Perché Gungui è molto abile nel descrivere in modo tagliente ma comunque leggero questa società distopica, ma si perde in inutili dettagli e precisazioni fatti da personaggi anche secondari che si intrufolano nella narrazione (molto più interessante, tra l'altro) di Alec e Maj.
 
Insomma, consiglio vivamente questo libro, vista anche la ristampa così vantaggiosa. Sono quattro stelle ben meritate! Io non vedo l'ora di continuare la serie, con i seguiti Purgatorio e Paradiso, gentilmente offertimi dalla Casa Editrice Fabbri. E voi, nargilli, avete letto questo libro? Cosa ne pensate, vi attrae? Alla prossima!
 
Marta (Cinnamon Cookie)



2 commenti:

  1. Ciao, sono una nuova follower! Molto carino il vostro blog :))
    Questo libro l'ho comprato poco tempo fa, approfittando dello stracciatissimo prezzo della nuova edizione. Non l'ho ancora letto, perché non mi convince fino in fondo, almeno dalla trama. Mi sembra davvero complicato imbarcarsi in un'impresa così ardua come quella di adattare un romanzo al capolavoro dantesco. Però, da questa recensione, mi sembra che potrebbe piacermi, perciò lo aggiungo alla lunghissima TBR estiva ^-^
    p.s.: ho preso il vostro banner, spero non vi dispiaccia :D

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  2. Ciaoooo, anche io nuova follower!! :D
    Proprio l'altro giorno sono entrata in libreria e ho trovato questo libro. Ė da un pò che lo voglio leggere e, tralasciando comunque il fatto che questa cover ė bellissima, costa cinque euro e finalmente l'ho preso!! Anche perchė l'Inferno ė la cantica che più mi piace e voglio vedere il lavoro di rivisitazione che è stato fatto da Gungui!!

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